Qualche sera fa ho rivisto con piacere il film “Mine vaganti”, una scena mi ha particolarmente colpito perché esprime esattamente quello che provo io. Riporto il testo del bellissimo monologo:
“Di notte, mentre voi dormite, qua dentro sapete che faccio?
Scrivo.
Le cose che vedo, quelle che penso, quelle che voglio dire, … diventano vere.
Riesco a dire quello che sento.
Come io, nella vita, a voce non riesco a fare.
Sì, perché io non so parlare.
Anche con voi, per esempio, quando mi fate una domanda, mi viene voglia di dirvi “aspettate un attimo, adesso vado di là, la scrivo, e ve la faccio leggere, così magari mi capite… riesco a spiegarmi meglio”-
Questo voglio fare nella mia vita, voglio scrivere.
Qualche giorno fa, a Roma, mi è arrivata una lettera, dice che non pubblicheranno il romanzo che ho scritto.
Non gli è piace.
Ma a me non importa.
Ne scriverò un altro e un altro ancora, e se non me ne pubblicano, vuol dire che continuerò a scrivere per me”.
Scrivere, per me, non sarà mai un “lavoro”, lo definisco una “necessità terapeutica” che mi permette di stare bene con me sesso e con gli altri; è il modo in cui riesco a scrutare me stesso in profondità per poi esprimermi al meglio; è una cosa che quando ti entra dentro non ti lascia più.
Da un po’ di mesi sono un po’ sotto tono, se ci penso bene, è così da quando non scrivo più con regolarità.
Da domani riprenderò a dedicarmi a questo mio bisogno, non per pubblicare altri romanzi, ma per me stesso!
E TU CONTINUA A SCRIVERE SEMPRE!!! NOI TI LEGGEREMO SEMPRE !!!
SEI TROPPO BRAVO!!