Luca Dalla Palma è nato a Breno l’11 maggio 1982.
Affetto da “Tetraparesispatica” dalla nascita, vive da più di 25 anni a Borno un piccolo paese di montagna in provincia di Brescia.
Ha conseguito la maturità classica
e poi presso l’Università Cattolica di Brescia si è laureato in Scienze Religiose per la Pastorale degli Oratori.
Dopo un anno di Servizio Civile Volontario
si è dedicato alla scrittura e nel dicembre 2010 ha pubblicato il suo primo libro autobiografico: “Un Viaggio straordinario chiamato vita”.
Data di pubblicazione: giugno 2019.
Genere: Da scoprire…
Autore: Luca Dalla Palma.
Descrizione:
Sara, giovane mamma di Luca e moglie di Andrea, vive con la sua famiglia una vita tranquilla.
D’improvviso, però, ciò che sembra perfetto, si sgretola.
Sara fugge lasciando il marito nella disperazione. Egli però deve fingere che tutto sia come prima, lo deve al figlio. Ma le cose si complicano e Sara dovrà affrontare tutti i suoi fantasmi…
ISBN: 978-88-6777-238-4
Editore: Marco Serra Tarantola Editore.
Prologo
Andrea si svegliò, aveva dormito bene quella notte, si sentiva molto riposato e pronto a vivere una meravigliosa giornata con Sara, sua moglie. Erano sposati da dieci anni, dopo un modesto viaggio di nozze, due giorni a Venezia, causa una precaria condizione economica, si erano ripromessi di recuperare la loro luna di miele entro un paio d’anni, quando entrambi avessero trovato un’occupazione stabile. Poi, però, il lavoro li aveva impegnati troppo e in seguito alla nascita di Luca il loro desiderio era definitivamente tramontato.
Finalmente era giunto il momento: il loro bimbo stava fuori casa per la prima volta, senza dover essere accompagnato, per una brevissima gita scolastica, così erano riusciti a ritagliarsi due giorni di puro romanticismo e relax solo per loro sul lago di Garda, godendosi il clima mite e piacevole di fine maggio.
Ancora mezzo addormentato, Andrea aprì gli occhi e si accorse che il sole spiccava già alto nel cielo, i raggi penetravano attraverso la tenda a fiori variopinti che copriva la finestra. Guardò l’orologio: “Le nove” pensò, “strano che Sara non mi abbia svegliato, ci tenevo a salutare Luca prima che partisse”.
Dopo un’ultima strofinata agli occhi, Andrea prese i suoi inseparabili occhiali dal cassetto del comodino e si alzò. Conoscendo Sara, si convinse che gli stesse preparando una sorpresa: sicuramente lo aspettava in sala emozionata e pronta per partire.
Indossò velocemente un paio di jeans e la maglietta azzurra, quella con il colletto, che a sua moglie piaceva tanto. Era davvero felice di poter trascorrere due giorni meravigliosi con la donna che amava alla follia proprio come il primo giorno.
Uscì dalla camera da letto fischiettando: «Amore dove sei? Pronta per partire? Non vedo l’ora di vivere due giorni da sogno con te, piccolina mia». Il silenzio regnava in casa, così, dopo un po’ di battute rivolte alla moglie, credendo di essere vittima di uno dei suoi tanti scherzi, Andrea si rese conto di essere solo.
La preoccupazione sostituì ben presto la sua voglia di scherzare e giocare. Erano le nove passate e Luca doveva partire alle 7.30. «Strano che non mi abbia voluto salutare» pensò Andrea «era così entusiasta della sua prima gita».
La casa era perfettamente in ordine, i pavimenti della grande cucina ancora semi bagnati. Che fine aveva fatto Sara?
L’uomo tornò in camera, prese il suo telefono e digitò in tutta fretta il numero della moglie. Al primo squillo si accorse che il cellulare che stava chiamando doveva essere rimasto in casa, sentiva la suoneria in lontananza. Seguì il suono e raggiunse il salotto. Il telefonino di Sara era appoggiato sul tavolino di vetro di fronte al divano, accanto al posacenere di terracotta sempre pulito alla perfezione, come ogni mattina.
La tensione aumentava, Andrea non sapeva più a cosa pensare. Alzando gli occhi, vide su una sedia un foglio. Si avvicinò e riconobbe subito la calligrafia inconfondibile della moglie, talmente bella che sembrava stampata da un computer. Era una breve lettera per lui. Con il cuore che batteva a mille l’uomo si sedette su quella sedia e cominciò a leggere:
31 maggio 1998
“Andrea, amore mio…” .
Intervista a Teleboario
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