mercoledì 11 gennaio 2017
“La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida”.
(Zygmunt Bauman)
Questo pensiero di Bauman sembra rivolta a me. Mi rendo conto che nell’ultimo anno mi sono limitato a vivacchiare, senza più voglia di pormi quei grandi obiettivi che hanno dato senso a più di 30 anni della mia vita.
Dentro di me si è insinuata, lentamente una subdola bestia che stritola sempre di più la mia anima, si chiama insoddisfazione.
Per questo motivo il 2017 sarà l’anno della rinascita, in cui lavorerò di più su me stesso.
Prima di tutto cercherò di capire cosa voglio davvero, quali sono i miei sogni e poi farò di tutto per realizzarli. Lo farò senza paura del giudizio degli altri, tanto la gente che sparla ci sarà sempre.
È giunto il momento di ricominciare a volermi bene!
Non posso dimenticare il mio motto: “TUTTO È POSSIBILE, BASTA VOLERLO!
A giovedì prossimo!